La cura hai nascosto

Una mattina ti sei svegliato davanti al muro
stringi il pugno e sei nudo
la conca delle mani sta perdendo il mondo.
Le voci, ascolti le voci che accusano
sovrastano il rombo oscuro di un treno.
Si muovono gli oggetti
illuse forme lampeggiano ai tuoi occhi.
Impotente al capezzale mi tiene
il tuo silenzio stremo e resto muto.
Uno scenario di altre sembianze si pone fra noi,
la cura hai nascosto nella malattia
e mi ingaggi alla tua follia
a una partita di regole ignote
buttate in faccia alla morte.
L’epilogo ribalta le sorti,
non è un lenzuolo di terra a coprirti
radici di piante novelle salgono al tuo giaciglio.


Continua la mia collaborazione poetica per gli eventi culturali organizzati dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Torino che dimostra una attiva sensibilità di ricerca creativa. Ringrazio il dottor Antonio Zappia per avermi sempre coinvolto in tali esperienze, come anche nel più recente convegno artistico nel settembre 2018.

SEME – Secondo Incontro di F.Nicolini e R.Seller

Scuola media via Bagnera 64 – Roma Martedì 24 marzo 2009 – ore 11

I poeti di LietoColle Rossella Seller e Fausto Nicolini incontrano per il Progetto Seme le classi I/D e I/G – Secondo appuntamento

Hanno assistito all’incontro la signora Giovanna Spinuso, bibliotecaria della scuola, e le insegnanti di lettere delle due classi

Il seme piantato il 3 marzo scorso è caduto in un terreno particolarmente fertile. Ci eravamo salutati con gli alunni delle prime classi della scuola media di via Bagnera invitandoli a scrivere qualche verso. La signora Spinuso, appena siamo arrivati, ci ha avvertito che aveva molte poesie scritte dai suoi allievi, tuttavia si annunciava una certa ritrosia a volerle leggere pubblicamente. Vinta l’iniziale timidezza, i ragazzi hanno letto con grande entusiasmo i loro componimenti: erano davvero tanti, e soprattutto brevi. La sinteticità ha prevalso sulla semplicità. Gli argomenti, quasi sempre presi dal quotidiano infantile, hanno avuto il pregio di essere trattati ed esposti con estrema delicatezza ma a tema piuttosto “rigido”: cioè, la mamma (e mai il papà); la primavera, opposta all’autunno e all’inverno (e mai l’estate); l’acqua e il mare (e mai il monte o il colle). La lettura di tutti i testi ha però destato notevole interesse quando – ci piace fare qualche nome, senza voler far torto ad altri – Giulia ha dipinto la sua malinconia anche quando si trova all’interno di un parco giochi, quando Walid ha umanizzato il mare; e sorprendentemente sociale il caso di Matteo, sguardo acuto, già da intellettuale, autore di alcuni versi dedicati a Che Guevara (“Li ho intitolati Hasta la victoria – Ho visto un documentario sul Che e ho avuto una forte emozione”).

Nonostante l’enorme fatica per tenere a bada i loro entusiasmi, cresciuti in seguito alle nostre approvazioni, l’impressione generale è stata molto positiva perché – come ha raccontato la maggior parte di loro – si sono ben disposti a pensare prima di trovare la scrittura. “Ero nella mia camera, e mi sono concentrato per scrivere qualcosa, ma non avevo ancora chiaro l’argomento, poi le parole sono venute naturali”, oppure, “E’ stato difficile perché sentivo la necessità di scrivere ma la confusione mi mischiava le parole, poi all’improvviso ho preso carta e penna e ho scritto senza fermarmi mai”. Alcuni ragazzi si sono persino cimentati nella composizione di haiku, rispettando perfettamente le sue regole. Alessandro ha giocato addirittura con la rima all’interno del verso, anche se il pensiero espresso apparteneva più ad una filastrocca. Una ragazza si è distinta particolarmente per la musicalità con cui ha costruito i suoi versi.

É parso chiaro che la battaglia più importante, cioè l’aver distolto per qualche ora un gruppo di adolescenti dalle impudenze televisive a favore della poesia, è stata vinta; e i vincitori, naturalmente, sono loro.

La seconda parte dell’incontro è stata dedicata alla Divina Commedia, concentrando l’attenzione sulla rima e sull’endecasillabo nella terzina dantesca. Abbiamo presentato ai ragazzi alcune terzine, scelte con cura tra le più semplici, prive dell’ultima parola, lasciando a loro il compito di terminare la frase in rima e, possibilmente, seguendo il conteggio delle sillabe. Ne è uscito un gioco che ha suscitato interesse e divertimento con immagini “distorte” che spesso si sono ripetute tra di loro: “la perduta gente” è diventata anche “la perduta mente”; coloro “c’hanno perduto il ben dell’intelletto” hanno talvolta perso “il ben dell’affetto” o “il ben della ragione”, e in alcuni casi “il ben del prediletto”; Dante confida a Virgilio d’essere “colui da cu’ io tolsi lo bello stilo che m’ha fatto onore”, ma anche “scrittore” e perfino “attore”… insomma la fantasia ha, giustamente, avuto la sua parte!

Il nostro augurio è di potersi ritrovare a fine progetto per cercare di rintracciare le poesie migliori, sperando che il seme piantato dia altri innumerevoli frutti e sempre più succosi.

Fausto Nicolini e Rossella Seller